Sogno

di Emanuele G. Casula

Ὂναρ/Ονειρος – Sogno, visione, fantasma

Ονειροκριτης/Ονειρομαντες – interprete dei sogni, indovino

Sin dall’antichità e in tutte le civiltà, il sogno – mai distinto dalla visione – è stato tenuto in altissima considerazione in quanto comunicazione col mondo divino, perciò la sua interpretazione è sempre stata considerata una vera e propria arte.

Un esempio eclatante è la figura del patriarca e profeta ebreo Giuseppe nell’antico Testamento[1]: la sua storia rivela quanto fossero importanti i sogni ma anche i loro interpreti.

Infatti, Giuseppe – che dal Medioriente viene venduto come schiavo in Egitto e poi lì imprigionato – si distingue come eccelso interprete dei sogni, tanto da essere nominato viceré direttamente dal faraone, autorità suprema nonché incarnazione divina in Egitto, la culla di tutte le civiltà. Un salto “sociale” di questa portata chiarisce bene il valore immenso attribuito ai sogni e ai loro interpreti.

Anche dall’altro capo del globo, per esempio nelle tribù degli indiani d’America, c’erano persone specializzate nell’interpretazione dei sogni: se qualcuno faceva un sogno che ritenevano fondamentale per il destino di tutti, allora se ne doveva discutere in un’assemblea generale dei capi e lo si rendeva pubblico. 

Le tracce di questa arte sono molto antiche e diffuse e possiamo dire che, in generale, si faceva una distinzione tra tre tipi di sogno:

  • SOGNO NORMALE: è come lo conosciamo e lo intendiamo oggi, una sequenza più o meno lunga di avvenimenti che si ricordano più o meno vagamente al risveglio – questo tipo di sogno veniva raramente preso in considerazione.
  • SOGNO EPIFANICO: il sogno o la visione per eccellenza in cui appariva un essere o ente (una divinità, un personaggio autorevole o un familiare – vivi, morti o lontani) che dava moniti, consigli o informazioni preziose (ad esempio su chi sposare o meno, sul da farsi in una situazione complicata, su come risolvere un problema), addirittura rivelazioni importantissime perfino per un’intera comunità (dove stava una sorgente, come usare le proprietà di una pianta, dove fondare una nuova comunità, ecc.).
  • INCUBAZIONE: la ricerca, voluta, di un sogno epifanico quasi sempre per la propria guarigione ma in modo ritualizzato presso un tempio, una tomba o un luogo sacro dove c’erano sacerdoti e sacerdotesse preposti e preposte a preparare i questuanti al contatto col divino attraverso riti di purificazione, preghiere e digiuni. Si andava apposta nel luogo sacro e vi si rimaneva a dormire anche per più giorni, o finché non si veniva in contatto con la divinità. Ci si riuniva in luoghi naturali sacri, presso tombe di eroi (quelle in Sardegna erano famose[2]) oppure ai templi di Asclepio, Hermes e Serapide. Questo accadeva almeno dal II millennio a. C.

Anche oggi “esistono testimonianze particolarmente significative ad Haiti, nel Messico dei Maya, in Marocco e nella terra degli Zulu – perfino nella Grecia contadina in epoca recente[3] per cui “i sogni che sono definiti tali […] sembrano riferirsi quasi esclusivamente a due diverse classi: i defunti e gli dèi che appaiono entrambi con il fine di trasmettere un messaggio al sognatore[4].

Sognare un personaggio vivente può però significare che “gli dèi” lo stanno “usando” per i loro fini, nel bene o nel male. Come accadde al Re Agamennone, il cui “sogno cattivo” – così definito da Omero[5] – scatenò una guerra che segnò per sempre l’umanità trascinando alla morte centinaia di eroi. Nell’Iliade,[6] infatti, il dio Zeus (e come disse Achille “ogni sogno deriva da Zeus[7]) al fine di fare scontrare gli Achei con i Troiani, si celò dietro l’immagine di Nestore (eroe allora vivente e stimatissimo dal re) spingendolo a muovere definitivamente guerra a Troia.

Nonostante il sogno Epifanico sia sempre stato tenuto in gran conto ovunque – dall’India alla Cina, insomma dall’Oriente all’ Occidente – da noi con l’avvento del cattolicesimo e poi dell’illuminismo la sua importanza è andata scemando fino a scomparire.

Eppure molti padri della Chiesa Cattolica come Clemente d’Alessandria o, soprattutto, Agostino, reputavano i sogni una connessione fondamentale col divino. Nelle Confessioni Agostino racconta di un sogno fatto dalla madre Monica mentre lui era “nel fango di un abisso[8]: un messaggero divino le anticipò nove anni prima, alleviandola, che suo figlio sarebbe diventato finalmente devoto a Cristo.

La Chiesa ha poi virato per posizioni molto più razionaliste basandosi, per esempio, sul pensiero della Summa Teologica di Tommaso d’Aquino. Opera che lo stesso d’Aquino nel 1273 pare abbia ripudiato, perlomeno si sa che smise di scriverla guarda caso in seguito a una visione/sogno. San Tommaso confessò, infatti, a Reginaldo da Piperno (suo scrivano e amico che poi concluse la terza parte della Summa) che dopo quel sogno/visione ciò che aveva scritto gli sembrava ormai “paglia in confronto con quanto ho visto[9].

Il sogno da addormentati e la visione da svegli nell’antichità erano considerati, dunque, alla stessa stregua.

Questo appare in modo chiaro ed eclatante nel caso di Abramo sul punto di sacrificare Isacco. Nel Corano sta scritto: “«Figlio mio, ho visto in sogno che ti sacrificavo; considera tu cosa ne pensi»”. Rispose: «Padre mio, fa quel che ti è ordinato e, se Dio vuole, mi troverai paziente»”[10]. Nell’Antico Testamento, invece, il dio biblico parla direttamente ad Abramo in una visione: “Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò»”.[11]

In generale, nei testi sacri alle religioni monoteiste come Ebraismo, Islam e Cattolicesimo i sogni hanno un ruolo enorme e segnano i passaggi più importanti. Un altro esempio è il sogno che fece fuggire Giuseppe e Maria per evitare la persecuzione di Erode[12] o quello che facilitò la conquista della Mecca al profeta Maometto[13].

Ai giorni nostri il ruolo dei sogni epifanici resiste ancora ma in modo sottaciuto: è sempre attraverso i sogni che sono state rivelate all’umanità le importanti conoscenze matematiche di Ramanujan[14] – lui stesso affermava che era la dea hindu della creatività, Namagiri, a insegnargli le formule.

O, infine, Vadim Zeland, autore della vendutissima trilogia bestseller sul “Reality Transurfing[15], nella stessa descrive come gli sia stata rivelata in un sogno epifanico.

Sta di fatto che la persona più serena e “di successo” (come diremmo noi in occidente) che conosco, una volta, mi ha confessato: «Non ho mai fatto sogni in vita mia».

[1] Gn 41 1-36

[2] Aristotele, Fisica, IV, 11 218b

[3] William V. Harris, Due sono le porte dei sogni, Laterza, 2013, pag. 47

[4] Bourguignon, Dreams and Dream interpretation in Haiti, in «American Anthropologist», 1954, 264

[5] Ουλον Ονειρον – Iliade, Omero, Einaudi 1990, Libro II, 6

[6] Iliade, Ibid. Libro II, 1-41

[7] Iliade Ibid. I, 60

[8] Agostino, Confessioni, Garzanti, 1989, Libro III 11.19

[9] Come raccontò Bartolomeo di Capua (1248-1328 – nobile e giurista).

[10] Corano, Sura 37, 102

[11] Antico testamento, Gn 22, 1-2

[12] Mt 2,13-23

[13]Ricorda quando Dio te li mostrò in sogno in numero esiguo; se te li avesse mostrati in gran numero avreste perduto coraggio, avreste discusso sulla questione, ma Dio vi ha salvati, Egli conosce il contenuto dei cuori.” Corano, Sura VIII, 43

[14] Su di lui la Warner Bros ha girato “L’Uomo che vide l’Infinito”(2016)  con Jeremy Irons

[15] Edito in Italia nel 2009 da Macro Edizioni